Italian Obesity Barometer Report
In occasione del 1st Italian Obesity summit – Changing ObesityTM meeting, organizzato dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO), è stato presentato nei giorni scorsi a Roma il rapporto di Istat realizzato per l’Italian Obesity Barometer Report.
( ANSA 9 aprile 2019 ) L’incontro è stato patrocinato da Ministero della Salute, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, Italian Obesity Network (IO- NET), Società Italiana di Endocrinologia, Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie e molte altre Società e Associazioni che lavorano nel Settore.
L’obesità in Italia: i dati
Come spiega Renato Lauro , Presidente di IBDO , “Possiamo ormai considerare l’obesità un’emergenza sanitaria, con serie conseguenze per gli individui e la società in termini di riduzione sia dell’aspettativa sia della qualità della vita, e notevoli ricadute economiche” e richiama l’attenzione di tutti , politici compresi, affinche’ si rendano conto della sua gravita’ e collaborino per iniziative utili ..
Nel nostro Paese, il 46% degli adulti (18 anni e più), ossia oltre 23 milioni di persone, e il 24,2% tra bambini e adolescenti (6-17 anni), vale a dire 1 milione e 700mila persone, è in eccesso di peso.
In entrambe le fasce di età si osservano delle differenze in base al genere:le donne mostrano un tasso di obesità inferiore (9,4%) rispetto agli uomini (11,8%). Ancora più marcata è la differenza tra i bambini e adolescenti, di cui il 20,8 per cento delle femmine è in eccesso di peso rispetto al 27,3 per cento dei maschi.
L’analisi territoriale conferma come l’eccesso di peso sia un problema molto diffuso soprattutto al Sud e nelle Isole; in particolare tra i più giovani, dove sono ben il 31,9 e 26,1% rispettivamente i bambini e gli adolescenti in eccesso di peso, rispetto al 18,9% dei residenti del Nord-Ovest, il 22,1%del Nord-Est e il 22% del Centro. Meno marcate le disuguaglianze tra gli aduti.
Anche per la sedentarietà emerge un forte gap territoriale Nord – Sud. Fatta eccezione per la Sardegna, nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari più di un terzo dei giovani non pratica né sport né attività fisica e le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (42 per cento), Campania (41,3 per cento) e Calabria (40,1 per cento).
Oltre alle disuguaglianze territoriali, un importante ruolo lo gioca il livello di istruzione. Un elevato titolo di studio rappresenta, infatti, un fattore protettivo per l’obesità, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione a vari livelli e ancor più per quella primaria. Nel 2017, l’obesità interessa solo il 6,6% dei laureati, mentre sale al 14,2% tra coloro che hanno conseguito al più la licenza media . Inoltre, analizzando il fenomeno dell’eccesso di peso in relazione ad alcune informazioni che si riferiscono al contesto familiare, si osservano prevalenze più elevate tra i bambini e ragazzi che vivono in famiglie in cui il livello di istruzione dei genitori è più basso, passando dal 18,5% di quelli con genitori che hanno conseguito un alto titolo di studio, al 29,5%di quelli i cui genitori hanno un basso titolo di studio”.
L’obesità come malattia
“L’obesità si manifesta a causa di uno squilibrio tra introito calorico e spesa energetica con conseguente accumulo dell’eccesso di calorie in forma di trigliceridi nei depositi di tessuto adiposo. Si tratta di una patologia eterogenea e multifattoriale, al cui sviluppo concorrono sia fattori genetici e biologici che ambientali” afferma Paolo Sbraccia, Vice Presidente IBDO Foundation e Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha coordinato l’Italian Obesity Barometer Report.
“Va considerata una vera e propria malattia cronica recidivante, che causa molteplici complicanze disabilitanti e mortali; tra queste il diabete tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, la cardiopatia ischemica, l’insufficienza respiratoria con sindrome delle apnee notturne, l’osteoartrite, solo per citare le principali. Più di recente è emerso che l’obesità causa un numero elevato di neoplasie, che interessano prevalentemente, ma non solo, l’apparato gastrointestinale.
Tutto ciò si traduce in una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 10 anni e a una riduzione dell’aspettativa di vita in buona salute di circa 20 anni”.